TOBIA RAVĂ€
Tobia Ravà nato a Padova nel 1959, di famiglia veneziana, lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allie-vo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Espone dal 1977 in Italia, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Slovenia, Austria, Croazia, Brasile, Stati Uniti, Canada, Argentina, Israele, Marocco, Russia, Cina, Giappone. È presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina, Estremo Oriente ed Australia. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia bi-planare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall’aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si pro-pone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura e-braica, della logica matematica e dell’arte contemporanea. Hanno scritto di lui, fra gli altri, Flavio Caroli, Caterina Limentani Virdis, Omar Calabrese, Piergiorgio Odifreddi, Pierre Du Bois, Giorgio Pressburger, Nadine Shenkar, Arturo Schwarz e Francesco Poli.
Ogni pittorico o scultoreo dell artista Rava’ è un tentativo di costruire un marchingegno per compiere quel salto “quantico” o di frequenza che mi permette di rivoluzionare l’ordine noto delle cose e riposizionare il timone verso una rotta prima impensabile.
Migliorare il mondo verso il Tik kun Olam, quella riqualificazione intellettuale dell’uomo che gli consenta di affrontare il futuro rispettando i suoi simili, gli animali e la natura. L’artista è un operatore spirituale e, quando si dimentica di questo, costringe l’umanità a fare un passo indietro, una involuzione. L’opera d’arte dovrebbe essere sempre la punta della freccia da seguire verso una più ampia profondità di campo intellettivo.
Prof. Gallo Mazzeo Francesco